In collaborazione con Pievi e Castelli in Musica
Pratovecchio – Chiesa della Propositura
Venerdì 9 agosto 2013, ore 21.15
Stabat Mater di Pergolesi
Concerto di Musica Sacra
In ricordo di Veronica Vezzosi De Fraja
Silvia Martinelli, soprano – Patrizia Scivoletto, contralto
Archi dell’Orchestra Città di Arezzo – Andrea Trovato, maestro concertatore al cembalo
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736)
Salve Regina in La minore
Antifona per Soprano, archi e continuo
Salve, Regina (Largo)
Ad te clamamus (Allegro)
Ad te suspiramus (Larghetto)
Eja ergo (Andante)
O clemens, o pia (Largo)
“STABAT MATER”
Sequanza in Fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo
Duetto “Stabat Mater dolorosa”
Aria per soprano “Cuius animam gementem”
Duetto “O quam tristis et afflicta”
Aria per contralto “Quae moerebat et dolebat”
Duetto “Quis est homo, qui non fleret”
Aria per soprano “Vidit suum dulcem natum”
Aria per contralto “Eja, Mater, fons amoris”
Duetto “Fac, ut ardeat cor meum”
Duetto “Sancta Mater, istud agas”
Aria per contralto “Fac, ut portem Christi mortem”
Duetto “Inflammatus et accensus”
Duetto “Quando corpus morietur”
L’appuntamento di Venerdì 9 agosto 2013, ore 21.15, presso la Chiesa della Propositura di Pratovecchio, rappresenta un momento di grande spiritualità e raccoglimento nella variegata programmazione del nostro Festival. In collaborazione con Pievi e Castelli in Musica, sarà presentato lo Stabat Mater di Pergolesi, con Silvia Martinelli, soprano, Patrizia Scivoletto, contralto, gli Archi dell’Orchestra “Città di Arezzo” e Andrea Trovato, maestro concertatore al cembalo. La celebre composizione sarà preceduta dal Salve Regina in La minore per Soprano e Archi e basso continuo, anch’essa di Pergolesi. Brani immortali di grandissimo impatto emotivo, la cui esecuzione, non a caso, abbiamo voluto dedicare al ricordo di Veronica Vezzosi De Fraja, recentemente e prematuramente scomparsa. Il “divino poema del dolore”, come Bellini chiamò lo Stabat Mater di Pergolesi composto sul testo di Jacopone da Todi, si innalza dal commovente quadro di sofferenza della Passione di Nostro Signore, testamento spirituale del giovane compositore di Jesi. In quest’opera straordinaria, in cui ognuno può riconoscere e comprendere l’essenza della condizione umana, il dramma si sublima e non traspare la paura della morte. Qui si sentono solo la fede e la speranza in un sereno aldilà, termine delle sofferenze umane. La partecipazione a questo momento di riflessione, a cui siamo lieti di invitarvi, si può ben inserire anche in questo periodo estivo, superficiale e spensierato, poiché solo l’arte ci può dare quel nutrimento spirituale di cui abbiamo bisogno.